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PostHeaderIcon Lucchese capolista nel segno di Russo "un nostro concittadino"

LUCCA. Nel segno di Bruno Russo. Quattordici mesi dopo la seconda rinascita rossonera la nuova Lucchese dopo aver dominato il torneo di Eccellenza guida solitaria anche il campionato di serie D. Un piccolo-grande miracolo che porta la firma dell’ultima bandiera rossonera ad essere ammainata di quella squadra che fece innamorare una città conquistando la serie B e mantenendola per 9 anni di fila. Russo è il trait d’union tra un passato glorioso e un presente ricco di speranza.

Filosofia di vita. Non è un uomo d’immagine. Lui alle chiacchiere da bar preferisce i fatti. E i lavoro è il suo brodo primordiale. Come quando da calciatore era il primo ad arrivare agli allenamenti e l’ultimo ad andarsene. Una vita da mediano la sua, nessuno gli ha mai regalato nulla. Senza la sua testardaggine la Lucchese sarebbe morta e sepolta o nella migliore delle ipotesi in mano a qualche «avvoltoio. Dietro a un carattere spigoloso e poco propenso alla mediazione si nasconde una persona leale e soprattutto votata alla causa rossonera. Uno estremamente attento alla gestione del denaro altrui. Con lui è impossibile fare il passo più lungo della gamba.

Progetto chiaro. Nella sua testa dal momento della nascita dell’Fc Lucca c’era un progetto ben preciso. Far diventare la Lucchese quello che oggi e soprattutto ieri era l’Empoli: una fucina di calciatori. Non avendo alle spalle imprenditori in grado d’investire in maniera massiccia l’unico modo per fare calcio in una città di provincia è quello di creare nel tempo un settore giovanile importante e coinvolgere una decina d’imprenditori locali.

Tra Eccellenza e serie D. Qualcuno non ha ben capito il piano di Russo. Criticandolo, anche aspramente, salvo poi come sempre accade, salire sul carro dei vincitori. La squadra che l’anno scorso ha dominato l’Eccellenza è stata smantellata perché quest’anno gli obiettivi erano diversi. La scorsa stagione era necessario uscire da un torneo regionale che non dava visibilità. Ma il progetto vero inizia in D. Con la ricostruzione di un settore giovanile e una scuola calcio e il lancio in prima squadra di ragazzi di 17-18 anni che rappresentano il futuro. Gente come Lima, Gatto, Barretta, Casapieri, Pecchioli e Del Giudice possono essere appetibili a club di serie A disposti a prenderli per rinforzare le squadre Primavera. Non è un caso che contro la Spal fossero in tribuna Mario Donatelli (ds del settore giovanile del Genoa) e Michele Ciccone (osservatore del Palermo). Segno che i baby rossoneri sono sotto i riflettori e dalla loro cessione dei più maturi e pronti possono arrivare risorse importanti.

Cos’è la felicità. La vittoria contro la Spal rappresenta il primo passo verso il futuro. «Mi sono emozionato nel vedere l’intero stadio incitare la squadra nei momenti di difficoltà. Mi sembrava di rivivere il mio passato da calciatore» le parole del direttore tecnico a fine partita. Le scommesse Russo le ha vinte tutte facendo ricredere gli scettici: da Casapieri a Canalini sino agli under e agli over (Carli in primis) già opzionati a dicembre 2011. Sino alla scelta di Innocenti come allenatore dopo l’addio a Lazzini e l’equivoco Bruni. Ora la sua Lucchese non può più nascondersi. Due innesti - un centrocampista e una punta - e la Seconda Divisione non è un miraggio. «Se potessimo liberare certe risorse (leggasi spese per la gestione del Porta Elisa) sarebbe tutto più semplice» dice il direttore tecnico. Lui sa già chi prendere, ma attende sornione l’attimo fuggente. Le lezioni tenute da Pino Vitale non sono state vane. E l’allievo si applica a dovere.

Fonte: Il Tirreno di Lucca

 

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