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PostHeaderIcon Bruno Russo riparte da Malta

Bruno Russo, bandiera ed ex responsabile di mercato della Lucchese, è di nuovo in pista. Stavolta a Malta, nel campionato più importante dell'isola del Mar Mediterraneo. TuttoLegaPro.com lo ha intervistato in esclusiva.



Nuova avventura extra-italiana...

"Sono il nuovo responsabile dell'area tecnica del Senglea Athletic. Al debutto ci siamo tolti una bella soddisfazione, fermando sul pari lo Sliema Wanderers che vanta oltre 30 partecipazioni ai preliminari di Champions League e delle altre coppe europee".

Come è arrivato nel campionato maltese?

"Sono stato contattato e caldeggiato da Paolo Palermo, agente di mercato. Ho subito accettato perché posso mettere in atto un progetto legato ai giovani che tutte le squadre italiane di Serie C dovrebbero portare avanti. Il club è neopromosso e ha scelto di lavorare sulla valorizzazione dei giovani di proprietà. Ci sono diversi brasiliani, argentini e due italiani: Antonio Terracciano difensore classe '97 nell'ultima stagione all'Aversa Normanna e Nicola Palmieri, attaccante classe '99 proveniente dalla Primavera del Frosinone".

Che tipo di campionato è?

"Molto formativo per i ragazzi: a Malta hanno tempo di maturare per poter poi spostarsi verso campionati più blasonati".

Come vede la Serie C italiana?

"La maggior parte delle società ha tantissimi problemi: sarebbe meglio diminuire il numero di squadre, preferendo la qualità alla quantità. 60 club sono ormai troppi per la Serie C: dovrebbero essere al massimo 40 ma solo con progetti importanti alla base. Non si possono spendere 2-3 milioni di euro a stagione senza poi avere un settore giovanile o giovani di proprietà. Non si possono spendere tutti quei soldi senza creare valore alle proprie società solo per accontentare i tifosi".

E della Lucchese che ci dice?

"Sono molto dispiaciuto perché la Lucchese ha sconfessato il progetto dei giovani che avevo messo in piedi. Ogni anno vinci qualche partita, ti salvi ma poi non hai giovani di prospettiva da vendere nelle serie superiori. Tutte le squadre, al contrario, si imbottiscono di giovani che arrivano dalla A e dalla B solo per i contributi: non è questo il modo di fare calcio, così si vivacchia, non si programma".

Fonte: TUTTOLEGAPRO

 

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